L’OSS: i virus, la catena epidemiologica e la prevenzione

L’OSS è tutelato nei confronti delle malattie infettive e dai virus dal sistema sanitario, il quale aderisce a una notevole metodologia strategica nell’ambito del sistema di prevenzione

Una prevenzione funzionante consente sia di conoscere e, con certi limiti, prevedere l’andamento epidemiologico delle malattie, sia di programmare e valutare l’efficacia dei servizi addetti alla prevenzione e al controllo delle infezioni trattate.

Le più recenti acquisizioni in materia igienistica hanno evidenziato come la prevenzione di molte infezioni si debba fondare non tanto su misure di controllo a fronte dei casi, ma sulla precauzione routinaria di norme comportamentali, individuali e collettive: si parla di “precauzioni universali”, ossia da utilizzare indipendentemente dall’insorgenza di casi di malattia.

Misure precauzionali di carattere generale:
  • l’aerazione degli ambienti di vita e controllo del microclima: particolare attenzione dovrà essere posta nei confronti del grado di umidità, che, se inferiore al 60- 70%, facilita l’insorgenza di infezioni delle prime vie aeree. A tal fine, specie negli ambienti con riscaldamento ad aria/pannelli, dovranno essere utilizzati umidificatori;
  • l’utilizzo di materiale monouso per l’igiene personale: fazzoletti, asciugamani, tovaglioli devono essere utilizzati e smaltiti rapidamente. Da evitarsi il mantenimento di fazzoletti o asciugamani, umidi o sporchi, negli ambienti di vita;
  • il lavaggio delle mani, oltre che nelle situazioni generali precedentemente citate, anche dopo il gioco in aree aperte o sabbionaie, le esercitazioni con materiali didattici particolari (pitture, creta, argilla ecc.), l’attività sportiva o in palestra;
  • la manutenzione degli eventuali impianti di condizionamento, con riguardo ai filtri della componente di umidificazione;
  • la sanificazione quotidiana e rimozione rapida dei rifiuti.
LA PREVENZIONE PIÙ IMMEDIATA,PER L’OSS È IL LAVAGGIO E L'IGIENIZZAZIONE DELLE MANI.

Va fatto sempre prima di intraprendere un’attività a rischio infezione e alla fine di questa. Rilevante è l’uso dei guanti,la  cura del microclima, pulizia degli ambienti, decontaminazione, disinfezione e sterilizzazione dei dispositivi medici. In caso di interventi sul paziente bisogna operare con tecniche di asepsi specifiche,per salvaguardare il tratto urinario, le vie respiratorie e la cute del paziente. Non bisogna omettere l’uso da parte dell’Oss dei  DPI come mascherine facciali o visiera, occhiali e camice.

La catena epidemiologica

E’ il risultato dell’interazione di un agente, attraverso una via di trasmissione e un ospite, con influenza dell’ambiente. Il microbo, che avvia la catena epidemiologica, fugge dal suo serbatoio e attacca un altro nuovo ospite, infettandolo a sua volta. Si ritiene che l’ambiente influenzi la trasmissione del virus, dal momento che l’agente e l’ospite si trovano al suo interno, così come la via di trasmissione. La catena epidemiologica comprende tutti gli eventi necessari che determinano un’infezione nell’organismo. Conoscere la catena epidemiologica delle infezioni significa poter intervenire su di essa prevenendo un’infezione oppure bloccandola se è già in atto.Gli anelli che compongono una catena epidemiologica sono: gli agenti infettivi, Il serbatoio, le porte di uscita, le vie di trasmissione, le porte d’ingresso  e l’ospite finale.

Cosa sono i Virus

Nella categoria di agenti infettivi troviamo: virus ma anche batteri,funghi e parassiti.

  • I virus sono parassiti endocellulari obbligati e possono essere responsabili di malattie in organismi appartenenti a tutti i regni biologici: esistono infatti virus che attaccano i batteri, i funghi, le piante e gli animali, dai meno evoluti all’uomo. Sono formati da un acido nucleico (RNA o DNA) e da un involucro proteico. Contengono acido nucleico che ne costituisce il genoma e che replica all’interno di cellule viventi. Il loro comportamento parassita è dovuto al fatto che non dispongono di tutte le strutture biochimiche, necessarie per la loro replicazione. Tali strutture vengono reperite nella cellula ospite in cui il virus penetra.
  • Le componenti generali di un virus: agenti infettivi;invisibili al microscopio ottico; capaci di passare attraverso filtri che trattengono la maggior parte dei batteri; non crescono di dimensioni e non si dividono (vengono “montati” per interazione di macromolecole sintetizzate separatamente); non hanno un proprio metabolismo, né sistemi enzimatici per la produzione di energia.
Le principali modalità di contagio

L’infezione implica l’ingresso e l’eventuale moltiplicazione nell’organismo degli agenti patogeni (che possono avere origine batterica, virale, fungina o protozoaria); tale virus può sfociare nello stato latente o conclamato della malattia; durante il suo processo, gli agenti infettanti possono erompere dall’organismo e costituire una fonte di contagio per altri individui.

Nel caso di contagio interumano (da uomo a uomo), la trasmissione della malattia può avvenire per contatto diretto con un malato o con un portatore sano (colui che porta la patologia senza mostrarne i sintomi). In altri casi l’agente infettante non è trasmesso dall’uomo, ma dagli animali; si parla in questo caso di antropozoonosi (ne sono esempi la brucellosi, la rabbia, la toxoplasmosi, la leptospirosi e la peste). Le principali modalità di contagio avvengono per via: aerea, oro-fecale, parenterale,transplacentare

  • Trasmissione  per Via Aerea. Il contagio avviene attraverso goccioline di saliva o escreato (droplet) emesse tramite colpi di tosse e/o starnuti (morbillo, parotite, influenza, pertosse, rosolia, scarlattina, tubercolosi, meningite, polmonite). Il contagio è più plausibile quanto più alto è il numero di individui in un ambiente confinato (collettività, luoghi affollati ecc.).
  • Trasmissione  per Via Sessuale. Avviene attraverso piccole lesioni, secrezioni e fluidi organici con cui si prende contatto durante l’attività sessuale (malattie veneree, tra cui AIDS, epatite B, tricomoniasi, sifilide, gonorrea, condilomi genitali, clamidi ed herpes genitale).
  • Trasmissione per Via Oro-fecale. Avviene attraverso l’ingestione di germi acquisiti per via digerente, mediante acqua o cibi contaminati, ed è un tipico esempio di contagio indiretto (epatite A, tifo, colera, poliomelite, salmonellosi, dissenteria, ascaridiosi, verme solitario, amebiasi, giardiasi).
  • Trasmissione  per Via Parenterale. Avviene attraverso lesioni cutanee anche di minima entità; è il caso, ad esempio, del tetano e del carbonchio, in cui il contagio avviene per via indiretta tramite penetrazione di spore batteriche presenti nell’ambiente. Altre volte il virus è diffuso grazie a trasfusioni di sangue o da uso promiscuo di siringhe (epatiti, HIV),morsi di animali (rabbia) o punture di insetti (dengue, malaria, febbre gialla).
  • Trasmissione  per Via Transplacentare. La placenta consente il passaggio degli anticorpi per endocitosi, ma previene quello di molti patogeni (fanno eccezione, ad esempio, i virus della rosolia, i batteri della sifilide ed i protozoi della toxoplasmosi).

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